La repressione criminale nella Roma repubblicana fra norma e persuasione

a cura di Bernardo Santalucia

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Collana: Pubblicazioni del CEDANT

Area Tematica: Scienze giuridiche

ISBN: 978-88-6952-014-3

Anno: 2009

Pagine: 620

Formato: 17 x 24 cm

Prezzo: 60,00 €

- Opera valutata e approvata dal Comitato scientifico-editoriale -

Secondo una definizione greca, lo scopo primo dell'oratoria giudiziale è «convincere il giudice e guidare la sua sentenza nella direzione voluta». Le arringhe sono perciò il documento più realistico del funzionamento del sistema repressivo nella Roma repubblicana, dal punto di vista degli stessi contemporanei. Esse documentano come accusatori, difensori e giudici interpretassero e applicassero le norme giuridiche che definivano crimini, pene e forme del giudizio; in che modo venissero ricostruiti i fatti controversi; quale spazio fosse lasciato, nel convincimento dei giudici, a fattori politici, sociali e anche emotivi. Gli studi raccolti in questo volume – dedicato principalmente ai iudicia publica d'età ciceroniana – esplorano dunque la dimensione in cui il diritto criminale trovava la sua concreta attuazione e ne offrono una più precisa storicizzazione. Al tempo stesso, le regole retoriche che presiedevano all'elaborazione delle orazioni forensi – specialmente quelle che guidavano l'inventio – forniscono un metodo ancora attuale e insuperato per risolvere i conflitti attraverso l'uso di argomenti e il ricorso alla ragione e all'emozione. Il volume è il frutto di un innovativo progetto di alta formazione e ricerca, il «Collegio di diritto romano» organizzato dal Centro di studi e ricerche sui Diritti Antichi (CEDANT) dello IUSS di Pavia, con il concorso di docenti di Università europee e statunitensi e di giovani studiosi di qualificata formazione.
I saggi, di ventiquattro autori, illustrano il funzionamento della repressione criminale in età repubblicana sotto tre aspetti. A un aggiornato riesame di alcuni dei problemi più dibattuti riguardo alla evoluzione delle forme processuali («Dal iudicium populi alle quaestiones»), fa seguito la lettura di alcune orazioni giudiziarie, condotta dal punto di vista giuridico e dal punto di vista retorico («Iudicia publica fra diritto e retorica»); la sezione conclusiva, dedicata a Emilio Gabba nel suo ottantesimo compleanno, approfondisce il rapporto fra «processi e politica».


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