Il princeps romano: autocrate o magistrato?

Fattori giuridici e fattori sociali del potere imperiale da Augusto a Commodo

a cura di Jean-Louis Ferrary, John Scheid

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Collana: Pubblicazioni del CEDANT

Area Tematica: Scienze giuridiche

ISBN: 978-88-6952-023-5

Anno: 2015

Pagine: 868

Formato: 17 x 24 cm

Prezzo: 68,00 €

- Opera valutata e approvata dal Comitato scientifico-editoriale -

Il regime progressivamente istaurato da Augusto è molto difficile da definire. Le istituzioni della Repubblica non sono abolite e il loro funzionamento è anzi ben più regolare di quanto lo fosse sotto la dittatura cesariana e il triumvirato: ciò vale per le magistrature e il senato, ma anche per i comizi, che non perdono subito la loro funzione elettorale e legislativa. In questo sistema, tuttavia, s’è insinuato il Principe, che esercita il comando di quasi tutte le legioni e riceve a poco a poco poteri che si rinforzano in virtù della loro accumulazione. Autocrate o magistrato? Entrambe le interpretazioni hanno i loro sostenitori, ma sono entrambe inaccettabili, perché la realtà è molto più complessa, fin dall’epoca augustea e tiberiana. È a gettare luce su questa realtà che è dedicato il presente volume, frutto di un innovativo progetto di alta formazione e ricerca, il «Collegio di diritto romano» organizzato dal Centro di studi e ricerche sui Diritti Antichi (CEDANT) dello IUSS di Pavia, con il concorso di docenti di Università europee e nord-americane e di giovani studiosi di qualificata formazione. I saggi, di ventitré autori, si dividono in tre sezioni. La prima offre un bilancio storiografico sia delle analisi giuridiche del Principato, incentrato sull’opera di Mommsen, ma che risale fino ai giuristi umanisti, sia delle analisi sociologiche proposte a partire dal Premerstein. I saggi della seconda sezione esplorano i fondamenti del potere del Principe (accettazione/legittimità, riti di manifestazione del consensus, fondamenti religiosi) e la rappresentazione che del Principe offre la letteratura latina del primo secolo, i discorsi sulla regalità di Dione di Prusa e le opere dei giuristi d’epoca antonina e severiana. La terza parte, infine, si concentra sull’esercizio dei poteri del princeps e sui limiti con cui si confronta: sono così trattati l’origine di alcuni aspetti del suo potere normativo e giudiziario; le attività esercitate nel quadro tradizionale delle competenze consolari; l’istituzione del consiglio del Principe; le interferenze fra il cursus tradizionale e le nomine imperiali con i loro riflessi sulla gerarchia senatoria; il ruolo dell’esercito nell’amministrazione dell’Impero; i rapporti fra il Principe e le comunità locali; il controllo dello spazio e delle risorse.
Un accento particolare è posto su tre epoche significative: la costruzione del regime ad opera di Augusto; la crisi del 69; il periodo antonino. Come termine del volume si è adottata intenzionalmente la fine della dinastia dei Severi, in vista della continuità con il CEDANT 2014, consacrato alla Tetrarchia.


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